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EX MOGLIE CONDANNATA A RESTITUIRE ALL’EX MARITO ED AL FIGLIO 50.000,00 € !!!

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Vittoria dello Studio Legale Pescosta!

Una grande vittoria per lo studio Pescosta risiede nella sentenza del Tribunale di Bergamo n. 615/2021, ove il Giudice ha condannato la ex moglie a restituire all’ex marito ed al figlio 50.000,00 euro che aveva sottratto in fase di separazione da una polizza vita.

La vicenda è molto singolare, in quanto la famiglia del marito intestava una polizza vita in caso di morte prematura del padre a nome della donna, per un importo pari ad € 50.000,00, avente come beneficiario il figlio all’epoca appena nato.

In buona sostanza, il denaro veniva investito dalla famiglia paterna per garantire una rendita al figlio in caso di morte del padre o comunque una somma di denaro in grado di prevenire qualsivoglia emergenza a favore del minore.

La polizza in questione, oltre ad avere un ingente capitale, fruttava all’anno quasi 1.300,00 euro: un investimento comunque molto redditizio ed a lunga scadenza.

La donna in fase di separazione, dopo aver lasciato la casa famigliare ed essere scappata con il figlio presso i propri genitori apriva un nuovo conto corrente ove trasferiva l’intero capitale ed i frutti.

La madre, nell’arco di poco tempo prelevava 10.000,00 euro una o due volte l’anno, sino a svuotare completamente la polizza ed incassare i soldi che non erano destinati a lei, ma erano destinati al figlio.

L’ex marito, consapevole che il denaro era destinato al figlio e non alla ex moglie che lo utilizzava per fargli la guerra mediante innumerevoli procedimenti giudiziari, non si perse d’animo, ed incardinò un procedimento innanzi al Tribunale di Bergamo (ovvero il foro di sottoscrizione della polizza).

Il procedimento venne radicato contro la ex moglie e contro la società assicuratrice che aveva assicurato alla famiglia paterna che il denaro sarebbe sicuramente stato al sicuro e destinato quale rendita per il minore.

Il Giudice di Bergamo, dopo una lunga istruttoria durata dal 2016 al 2021, ha ritenuto di condannare la madre al pagamento dell’intera somma 50.000,00 euro in favore del figlio rappresentato dal padre, oltre agli interessi ex art. 1284 quarto comma, c.c. dal giorno di pubblicazione della sentenza (quasi 100,00 euro al mese), ed altresì le spese legali (quasi 5.000 euro).

Una vera e propria “Caporetto” per la donna che oltre al capitale che presumibilmente avrà già speso in avvocati si vede costretta a pagare anche gli interessi ex art. 1284 quarto comma c.c., ovvero gli interessi da ritardo nelle transazioni commerciali, un importo pari quasi a 100,00 euro al mese sino a quando non salderà quanto dovuto.

Chiaramente la madre è ricorsa in appello chiedendo anche la sospensiva della sentenza, ma la Corte d’Appello di Brescia ha ritenuto le ragioni della donna non sufficienti per sospendere il provvedimento che attualmente è esecutivo, quantomeno sino alla prossima udienza che si terrà il 14.02.2024.

Nel mentre, la donna dopo aver sottratto il denaro destinato al figlio per i propri interessi personali a tutt’oggi si rifiuta di pagare, per tale ragione sono stati posti in essere due pignoramenti: sul conto corrente e sullo stipendio presso il datore di lavoro.

Staremo a vedere se la donna intenderà pagare quanto sottratto al figlio ed all’ex marito.

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